Il Ministero della Salute sta monitorando gli sviluppi di questa misteriosa malattia, e prende le prime misure per tutelare i cittadini.
Quando sentiamo la parola “malattia misteriosa”, dopo la terribile esperienza avuta con il Covid 19 dal 2020 in poi, la preoccupazione un po’ sale, come è normale che sia.
Le malattie non sono mai una cosa gradevole, in linea generale. Nelle ultime settimane, si è parlato di una misteriosa malattia che purtroppo, ha già portato alla morte un congruo numero di persone.
Chi di competenza si starebbe attivando per monitorare la situazione, in modo da arginarla quanto prima. Anche il nostro Paese sta attenzionando la questione, cercando di comprendere quale sia il da farsi, e non solo. Ma scopriamo di che malattia si tratta, che sintomi dà, e come si sta muovendo il governo italiano in merito.
Malattia misteriosa, l’Italia prende le prime misure
Con le malattie, in generale, si sa, porre attenzione è sempre buona cosa. Cercare di monitorare la cosa è importante e anche l’Italia si sta muovendo in questo senso.
Questa misteriosa malattia parte dal Congo, in Africa, dove sono già morte oltre 70 persone. Si tratta di una febbre corredata anche da altri sintomi come mal di testa, fatica nel respiro, e anche anemia.
Il nostro Paese, tramite il Ministero della Salute, ha dato direttive a Usmaf, Uffici sanità marittima, aerea e frontiera, esortandoli alla massima allerta su “punti di ingresso, in particolare modo per i voli diretti provenienti dal Congo”.
Nel frattempo, in Congo sta vigendo massima allerta per via di questa misteriosa malattia. Il ministero della Difesa locale ha spiegato che questo è un livello epidemico che non è può essere tenuto sotto controllo. Nella regione di Panzi, dove si è acceso questo focolaio, si vive in gravi condizioni di precarietà. Spesso non c’è acqua e non ci sono neppure farmaci. Questa malattia colpisce soprattutto i bambini e gli adolescenti, da 15/18 anni. Tuttavia, è escluso, al momento, che si tratti di Covid e sono in corso una serie di esami per capire di cosa si tratti.
Giovanni Rezza, prof. di Igiene e sanità Pubblica del San Raffaele di Milano, ha spiegato che si tratta di una diagnosi complessa, «si tratta di aree diverse dall’Europa o dalla Cina. Occorre attendere che i campioni siano trasferiti almeno al laboratorio attrezzato di Kinshasa, se non ad altri centri più specializzati con il supporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lì si capirà se si tratta di una patologia batterica nota, come quella da meningococco, una febbre emorragica o una sindrome influenzale». Vedremo, quindi, cosa succederà.