Sono diverse le forme di pensionamento anticipato attive durante il prossimo anno: quali sono ed i requisiti previsti.
Attraverso la Manovra 2025, il Governo ha confermato vari meccanismi di pensione anticipata per il prossimo anno introducendone anche uno nuovo. Per ognuno di essi sono stabiliti requisiti differenti sia anagrafici che contributivi.
Queste modalità di pensione anticipata sono almeno cinque e consentiranno a migliaia di lavoratori di lasciare l’impiego prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia. Nei prossimi paragrafi analizzeremo tali meccanismi, compreso quello che verrà introdotto per la prima volta dal 1° gennaio del prossimo anno e che permetterà di ritirarsi dal lavoro a 64 anni.
Durante il prossimo anno, molti lavoratori potranno usufruire delle varie modalità di pensionamento anticipato così da poter lasciare l’impiego prima del raggiungimento dei requisiti previsti per la pensione di vecchiaia.
Il primo metodo è Quota 103 che permette di accedere alla pensione avendo compiuto 62 anni di età e maturato almeno 41 anni di contributi. L’importo percepito non è cumulabile con altre fonti di reddito e, sino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, non può essere superiore a quattro volte il minimo Inps.
È stata confermata anche l’Ape Sociale per il 2025. Tale modalità è riservata a chi ha compiuto 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi, ma solo a chi appartiene alle seguenti categorie: disoccupati; caregiver che assistono familiari disabili da almeno sei mesi; lavoratori riconosciuti invalidi con una percentuale almeno del 74%; lavoratori con almeno 36 anni di contributi impegnati in lavori usuranti. L’Ape Sociale non rappresenta una vera e propria forma di pensione anticipata, ma un’indennità riconosciuta sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Per quanto riguarda Opzione Donna, questa modalità è riservata alle lavoratrici che possono richiedere di andare in pensione in anticipo all’età di 61 anni, requisito che scende di un anno per ogni figlio sino ad un massimo di due anni. È necessario anche aver maturato 35 anni di contributi.
Il Governo ha deciso anche di introdurre una nuova forma di pensionamento anticipato che permette di lasciare l’impiego al raggiungimento di 64 anni di età, ma con 25 anni di contributi rispetto ai 20 prima previsti e avendo maturato un assegno pari a tre volte l’importo minimo (circa 1.600 euro mensili).
La novità più importante è rappresentata dal fatto che l’importo può essere raggiunto cumulando la pensione pubblica ed eventuali versamenti effettuati presso altri fondi pensionistici a cui ha aderito il richiedente. Sarà possibile, però, richiedere questo meccanismo solo per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
Anche nel 2025 sarà possibile richiedere l’isopensione, ossia un meccanismo che consente di lasciare il lavoro fino a sette anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia. La forma di pensionamento anticipata prevede, però, un accordo tra il dipendente del settore privato ed il datore di lavoro e richiede che il lavoratore abbia raggiunto 60 anni di età oppure i 35 anni e 10 mesi di contributi.
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