Cartelle esattoriali, come ottenere l’azzeramento del debito nel corso del 2025. Vediamo l’opportunità da considerare.
Le cartelle esattoriali sono lo strumento con il quale l’amministrazione notifica l’avvenuta iscrizione a ruolo di un debito, che permette all’Agenzia delle Entrate Riscossione di agire coattivamente del contribuente per recuperare il credito vantato. Se la cartella esattoriale arriva dall’Agenzia delle Entrate, il debito può essere con altri enti, ad esempio Regione, Comune, ordini professionali e cosi via.
La cartella deve essere pagata entro 60 giorni dalla data di ricevimento, con interessi, oneri di riscossione e spese per il mancato pagamento. Ma se alla fine di questo periodo il debito non è stato saldato l’agente riscossore può eseguire tutte le procedure come il pignoramento dei beni o il fermo amministrativo per il recupero del credito. Ma se il debitore non ha soldi a sufficienza per pagare?
Esiste la possibilità per chi è nella condizione di insolvenza incolpevole di ottenere una sorta di liberazione dai debiti, compresi quelli tributari secondo la giurisprudenza. Quindi anche con una cartella esattoriale si può pensare di ottenere la cosiddetta esdebitazione.
Questa procedura consente ai debitori incolpevoli di liberarsi dai debiti, purché il debitore sia meritevole (deve essere indebitato cioè non per colpa grave, malafede o frode) e i creditori siano parzialmente soddisfatti. Inoltre il debitore non deve possedere patrimoni e beni utilizzabili per soddisfare il creditore. Con l’esdebitazione si viene liberati da tutti i debiti residui precedenti la procedura.
La domanda va presentata al tribunale civile. Precedentemente occorre rivolgersi a un gestore della crisi (un commercialista o avvocato) che collabora con il legale del richiedente. Questo deve presentare al giudice una serie di documenti dalla lista dei creditori alle ultime tre dichiarazioni dei redditi, compresa una relazione del gestore della crisi. Il tribunale quindi può decidere di rendere inesigibili i debiti prima del ricorso.
Nei successivi quattro anni il gestore della crisi controlla l’ex debitore per eventuali incrementi di reddito, che potrebbero portare a versare una differenza ai creditori. Quindi l’incapacità temporanea o perenne di saldare i propri debiti può determinare l’accesso alla esdebitamento, anche se i tempi di tutta la procedura possono essere lunghi.
Comunque la procedura ferma i pignoramenti in corso. Mentre solo se si registrano miglioramenti reddituali nei quattro anni successivi la decisione del giudice, il debitore può essere tenuto a pagare una quota del debito. Bisogna ricordare che questa procedura può essere concessa una sola volta nella vita, rappresenta in qualche modo una seconda opportunità. Anche se potrebbe rendere difficile l’accesso a finanziamenti futuri
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