Che cosa accade in caso di abbondono del tetto coniugale, le conseguenze e i rischi in caso di divorzio in una circostanza del genere.
L’abbandono della famiglia da parte di uno dei due coniugi è sempre una situazione molto delicata, soprattutto in termini affettivi e aggravata dalla presenza di eventuali figli. Ma cosa dice la legge in un frangente del genere? Certo le conseguenze sono in qualche modo inevitabili, in special modo se la coppia e sposata.
Ci sono di mezzo la casa, gli eventuali beni comuni, il patrimonio appartenente a entrambi. La questione poi si complica in presenza di figli, soprattutto se minori e se maggiorenni non autosufficienti. A questo punto diventa necessario l’intervento di un giudice per stabile i termini di una conclusione che appare scontata, il divorzio.
Una delle prime osservazioni da fare riguarda il tipo di unione della coppia. Infatti l’abbandono del tetto coniugale assume i contorni di illecito civile solo nel caso di una coppia sposata o civilmente unita. La conseguenza immediata di questa scelta è il cosiddetto addebito.
Cioè si configura la separazione con colpa. Chi va via di casa non ha diritto al mantenimento dall’ex coniuge e inoltre perderà ogni diritto ereditario sull’ex. Ma tuttavia l’abbondono del tetto coniugale costituisce un reato penale solo se questo comportamento fa mancare al resto della famiglia i mezzi per vivere. Il reato che si configura è la violazione degli obblighi familiari, con possibilità di denuncia da parte dell’ex coniuge, del convivente o dei figli, se maggiorenni.
Vi è poi la questione della casa. Occorre qui considerare la proprietà dell’immobile, infatti in caso di comproprietà nonostante l’addebito o i contorni penali, chi va via di casa mantiene il 50 per cento dell’immobile. Può decidere di vendere la propria quota, ma tutta la casa. Bisogna poi valutare la presenza di eventuali figli e la loro età.
In caso di figli minorenni, maggiorenni non autosufficienti il tribunale assegna la casa al genitore con vive la prole. Questo serve a limitare i danni per i figli dalla disgregazione della famiglia. L’assegnazione della casa familiare a chi resta dipende da due condizioni dunque: la presenza dei figli da chi rivendica il diritto di restare nella casa familiare e il diritto dei figli a ottenere il mantenimento.
Il diritto di abitazione per chi resta nella casa familiare è subordinato alla presenza di un figlio minore o disabile. Si può aggiungere che con la comproprietà chi resta a casa mantiene il diritto di utilizzo riconosciuto dal codice civile, anche se non si può pregiudicare il pari diritto dell’altro proprietario di disporre del bene.
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