È ripartito l’invio degli avvisi bonari da parte dell’Agenzia delle Entrate, dopo il periodo di tregua fiscale stabilito per il mese di dicembre: cosa fare se si riceve una comunicazione.
Si è concluso il cosiddetto periodo di tregua fiscale. Durante lo scorso mese, l’Agenzia delle Entrate aveva sospeso i controlli e l’invio degli avvisi bonari ai contribuenti, come stabilito dalla riforma fiscale, prevista dal decreto legislativo n. 1/2024.
Con l’inizio del nuovo anno, dunque, i controlli del Fisco sono ripresi regolarmente, così come l’inoltro delle comunicazioni ai cittadini. Sempre dal 1° gennaio 2025 sono anche entrate in vigore le nuove norme che prevedono delle tempistiche differenti entro i quali un contribuenti devono rispondere alla contestazione ricevuta dall’Agenzia delle Entrate. Rimangono invariati, invece, i tempi previsti per il pagamento relativi ai redditi soggetti a tassazione separata.
Agenzia delle Entrate, ripresi i controlli: le novità per i contribuenti
Dal 1° gennaio 2025, oltre all’entrata in vigore delle nuove norme sulle cartelle esattoriali, sono riprese regolarmente le verifiche dell’Agenzia delle Entrate e l’invio delle comunicazioni ai contribuenti essendo terminato il periodo di tregua fiscale, imposto per l’intero mese di dicembre.
Il Fisco, come di consueto, sta effettuando dei controlli a campione per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi inviate dai cittadini. L’obiettivo è accertare che quanto riportato sulle dichiarazioni non presenti anomalie o irregolarità. Se dovessero emergere incongruenze, l’Agenzia delle Entrate invia agli interessati un avviso bonario per metterli al corrente di quanto accertato.
I contribuenti interessati possono versare le somme richieste dal Fisco, magari chiedendo un piano di rateizzazione per il rimborso, o, in alternativa, procedere, come previsto dalla normativa, contestando l’avviso e fornendo tutti i chiarimenti del caso. Proprio in merito alla contestazione sono variate le tempistiche: dal 1° gennaio, difatti, si avranno 60 giorni di tempo per impugnare l’avviso, contrariamente ai 30 giorni previsti sino al 31 dicembre 2024. Se la comunicazione, però, dovesse arrivare tramite un intermediario, i tempi si raddoppiano ulteriormente salendo a 120 giorni.
Non cambia nulla, invece, per il pagamento relativo ai redditi soggetti a tassazione separata, per cui i contribuenti avranno sempre 30 giorni di tempo per versare le somme a debito. Non rispettando tali tempistiche sono previsti interessi e sanzioni, ridotte nel caso le violazioni siano state commesse a partire dal 1° settembre dello scorso anno.
I contribuenti possono verificare la propria posizione fiscale e gestire le comunicazioni e gli avvisi bonari inviati dall’Agenzia delle Entrate accedendo al portale online dell’ente mediante le credenziali Spid, Cie o Cns. In alternativa, è possibile anche recarsi presso uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate sparsi in tutta Italia.